La proctologia ambulatoriale si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie del retto e dell’ano senza necessità di ricovero ospedaliero. Tra le condizioni più comuni trattate in ambulatorio ci sono emorroidi, ragadi anali, fistole anali, ascessi perianali e prolasso rettale, papille anali ipertrofiche, condilomi rettali, prolasso mucoso occulto anteriore, stenosi anale, incontinenza rettale, malattie infiammatorie del retto ecc.
Le differenze con la proctologia ospedaliera fatta da chirurghi come appendice alla Chirurgia Generale sono le seguenti:
* Il proctologo ambulatoriale usa tecniche poco dolorose, in quanto in ambulatorio non si possono usare le anestesie maggiori (Generale, Narcosi, Peridurale e Spinale) ma solo anestesia locale; Per cui usa tecniche poco traumatiche, mininvasive e meno disturbanti anche riguardo agli esiti. * Il Proctologo effettua personalmente la endoscopia (anuscopia, rettoscopia, rettosigmoidoscopia) diagnostica con strumento rigido operatorio e quindi programma il trattamento sulla base della sua visione diretta; il chirurgo ospedaliero manda il paziente dall’endoscopista il quale usa la colonscopia che non è un esame ottimale per le patologie del retto, infatti non vede molte patologie rettali (ragadi anali, prolasso mucoso occulto anteriore e rettale, sbocchi di fistole ecc) e vede solo indirettamente le emorroidi ma senza poter stabilire il grado, Questo modo di fare del chirurgo ospedaliero si ripercuote su una maggior traumaticità ed una minore qualità del trattamento.
Le differenze con la proctologia ospedaliera fatta da chirurghi come appendice alla Chirurgia Generale sono le seguenti:
* Il proctologo ambulatoriale usa tecniche poco dolorose, in quanto in ambulatorio non si possono usare le anestesie maggiori (Generale, Narcosi, Peridurale e Spinale) ma solo anestesia locale; Per cui usa tecniche poco traumatiche, mininvasive e meno disturbanti anche riguardo agli esiti. * Il Proctologo effettua personalmente la endoscopia (anuscopia, rettoscopia, rettosigmoidoscopia) diagnostica con strumento rigido operatorio e quindi programma il trattamento sulla base della sua visione diretta; il chirurgo ospedaliero manda il paziente dall’endoscopista il quale usa la colonscopia che non è un esame ottimale per le patologie del retto, infatti non vede molte patologie rettali (ragadi anali, prolasso mucoso occulto anteriore e rettale, sbocchi di fistole ecc) e vede solo indirettamente le emorroidi ma senza poter stabilire il grado, Questo modo di fare del chirurgo ospedaliero si ripercuote su una maggior traumaticità ed una minore qualità del trattamento.